Sono buono, buono come pochi.
Mi chiamano Manuele.
Quando esco, tutti si fanno male, specialmente le femmine.
È quando non esco, che ti devi preoccupare.
Adesso ho i begli spaghetti che mi sono cucinato.
Adesso.
Manuele.
Si alza e mangia li spaghetti col tonno, Manuele.
Sò buoni.
Mi diverto a mangiare li spaghetti nel tonno, Manuele.
Stasera mi sono sfogato, al meno.
Ma proprio al meno.
Vigilo urbane.
Confratellai grezze.
Mescevo pascoli, a grano.
E produco fosforo, azione!
Sottostante spalpita.
L’orcore.
Di giornate infàstedi, nutre.
Di propizie infrantesi, furie,
Di risacche spentesi, serie.
E allora stono, discinto, e stretto al palpito, spingo.
Dialetto
Tinicitt’ael du costi
Cà stu ppannu li rrobbi!
Movabbanni piggradzia,
cà stà montu l’onori.
Però, am’a ddì però, am’à ddì però, mò stonu!
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