lunedì 14 dicembre 2009

Si parla di presenza

10/12/2009

Ho parlato così tanto che mi è passata la voglia di scrivere.

Il fatto di sentirne il dovere, però, è un fatto.

Di per sé, in questo momento, autoevidente.

Il Papa dice che i media mostrano tanto di quel male che la gente non ha tempo di fermarsi a riflettere sul bene. Il Papa è un fine teologo, a quanto pare.

Rido di gusto. Ho finito.

Io comunque amo Nicoletta Bosco. Lei è una delle mie professoresse. La amo. Proprio. Mi sento un liceale, un bambino e cerco di essere un signore. O comunque, di essere sempre presente. È bello questo. Mi piace. Ci vuole molta forza, però. Ma dà soddisfazione. Anche conoscere un buon libraio ne dà. Anche leggere delle cose intelligenti agli altri, ne dà. Sono soddisfatto. Ho dei problemi, ma mi sento soddisfatto. Ogni tanto sono presuntuoso, forse, ma sono comunque soddisfatto. Oggi in biblioteca è stato bello. Ho fatto cose (prendere in prestito Alfred Schutz in italiano, leggerlo, capirlo e commentarlo. Questo sì, che dà piacere.) ed aumentato la mia soddisfazione.

Cazzo!

E vabbè, viva la Svezia. Anche alle 02:49.

Abbiamo un problema di rappresentanza politica, di restringimento dei canali, di diminuzione delle possibilità e ridimensionamento delle aspettative. Abbiamo noi, popolo italiano. Governa Berlusconi. Spero un giorno di poter leggere queste cose e pensarvi come ad un ricordo. Un bel ricordo, un ricordo di quanto ero lucido e stupido. Ma soddisfatto, cazzo. Contento, felice, in alcuni momenti più che in altri, ma comunque sempre. Per n mente. Per o dice il vero. Veridire. Veridire, io veridico, tu veridici, egli veridice, noi veridiciamo, essi veridìcono. E soprattutto voi veridite. Voi che abitate infondo ad un balcone, che vi gonfiate come uccelli presso la porta di casa, e poi, penso, avete paura di dire la verità. Magari perché in verità stiamo bene, insieme. Io e la mia signorina

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